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Domenica 29 giugno 2025
Dio vede, ascolta e conosce

Esodo 3:7 Il SIGNORE disse: Ho visto, ho visto l'afflizione del mio popolo che è in Egitto e ho udito il grido che gli strappano i suoi oppressori; infatti conosco i suoi affanni.

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Che dite se oggi, con il caldo che fa, invece che iniziare con delle parole, iniziamo con un’immagine? Ed ecco l’immagine [qui il dipinto di Masaccio 'Trinità']: è un dipinto del grande Masaccio, pensate un po’ Masaccio fu l’iniziatore del Rinascimento a Firenze. Il Rinascimento è stato un periodo d’oro della storia della nostra Europa. Il Rinascimento fu un periodo di grandi trasformazioni e di grandi rinnovamenti. Anche la Riforma che cambiò il volto della chiesa è figlia del Rinascimento. Ah! Quanto avremmo bisogno di un nuovo Rinascimento e di una nuova Riforma di questi tempi!

Ma torniamo al dipinto. Lo si può vedere nella Chiesa di Santa Maria a Novella a Firenze. Masaccio lo compose tra 1425 e il 1428, fu l’ultimo suo dipinto prima della sua morte. Masaccio morì giovanissimo, all’età di 26 anni, pare per una semplice tonsellite (erano altri tempi…).

Il dipinto ha come titolo: Trinità. Ed effettivamente Masaccio dipinge la Trinità e lo fa in un modo abbastanza originale. Dietro al crocifisso c’è il Padre che regge la croce, sulla croce c’è il Figlio. E lo Spirito Santo dov’è? [particolare dipinto].

Ebbene, ho voluto usare questo dipinto per interpretare il versetto di oggi, un versetto che proviene da un grandioso capitolo, il capitolo 3 di Esodo, leggetelo, vi prego e meditatelo. Ma riascoltiamo il passo:

7 Il SIGNORE disse: «Ho visto, ho visto l'afflizione del mio popolo che è in Egitto e ho udito il grido che gli strappano i suoi oppressori; infatti conosco i suoi affanni.

Mi sembra che sia qualcosa che ho già ripetuto in un altro sermone. Quando leggete un testo dell’Antico Testamento, dovete fare molta attenzione ai verbi. La lingua dell’Antico Testamento è l’ebraico e l’ebraico è la lingua dell’azione. Non ama tanto le idee astratte, ma l’agire concreto. E Dio nella Bibbia è un Dio dell’azione! E oggi vorrei richiamare tre azioni di Dio che emergono in questo brevissimo ma intenso versetto di Esodo.

Dio vede, Dio ascolta e Dio sa. Ecco cosa ci dice di Dio questo singolo versetto: Dio vede, Dio ascolta e Dio sa. E se incrociamo questo splendido versetto con il dipinto di Masaccio sulla Trinità possiamo fare tre affermazioni [torna all’immagine del dipinto]:

Il Dio che vede è il Padre che sorregge il Cristo sulla croce. Lo sorregge nel momento di maggiore sofferenza. E sorreggendo Cristo, sorregge tutti noi.

Il Dio che ascolta è il Cristo che sulla croce ascolta tutti i nostri lamenti, le nostre sconfitte, le nostre delusioni, i nostri dolori. Li ascolta e li prende su di sé.

Il Dio che sa è lo Spirito Santo che, come in questo dipinto di Masaccio, congiunge il Padre con il Figlio. Lo Spirito sa perché unisce, penetra, abita, si muove. Non c’è distanza che lo Spirito non possa raggiungere o luogo nascosto che lo Spirito non possa scoprire.

Ma cosa vede di noi Dio Padre che sorregge il crocifisso? Vede la nostra miseria umana. Aveva ragione Lutero quando in punto di morte disse di non essere altro che un mendicante. Siamo tutti mendicanti, tutti dei miseri mendicanti.

Dio vede la nostra miseria. Ma noi non la vediamo. L’umanità non vede, non riconosce la sua miseria. Pensate che ci sarebbero tante guerre in giro se noi ci riconoscessimo tutti dei miserabili che hanno bisogno di essere sorretti dalle braccia di Dio?

Ma allora quale miseria vede Dio che noi non vediamo? Qual è la nostra miseria? Se dovessi trovare un’espressione adatta a descrivere la nostra miseria di oggi userei il verbo ‘legare’. E se dovessi raccontare una storia per capire cosa vuol dire essere legati nel nostro Egitto di oggi, mi farei prestare una storia che viene dagli evangeli. Per essere precisi, dal Vangelo di Luca (13:11ss.), in cui si racconta di una donna tutta curva e impossibilitata a raddrizzarsi e che Gesù guarisce, nonostante fosse di sabato. Naturalmente, Gesù viene accusato perché ha guarito di sabato. E la risposta di Gesù risponde alla nostra domanda: che tipo di miseria viviamo noi oggi nel nostro Egitto? Ed ecco la risposta di Gesù: questa donna […] che Satana aveva tenuto legata per ben diciotto anni, non doveva essere sciolta da questo legame in giorno di sabato?».

La nostra miseria sono le tante catene che ci tengono legati. 500 anni fa ci furono delle donne e degli uomini, chiamati anabattisti, che a causa della loro fede vennero spesso incatenati e messi in prigione, come il popolo di Israele in Egitto. Eppure, loro si sentivano liberi, sentivano che la libertà che avevano trovato in Cristo non potevano più perderla e che nessun ceppo, nessuna catena poteva privarli di quella libertà.

La nostra miseria è data dal fatto che abbiamo perduto la libertà. No, non sto dicendo che non siamo liberi. Siamo liberi di fare molte cose. Di andare dove vogliamo. Ma abbiamo perso la libertà interiore. La libertà del nostro cuore. E siamo diventati dei ricchi miseri. Troppe corde, troppi vincoli, troppi impegni… Ma Cristo ha visto la nostra miseria e oggi vuole liberarci. Ci chiede di tagliare molte corde e spezzare molte catene, ci chiede di raddrizzarci e ritrovare la statura della nostra fede in Dio. Oggi la grazia prende forma di una forbice o di un tronchese.

Dio vede la nostra miseria e viene a liberarci. Ma Dio è anche un Dio che ascolta, ci ascolta nel Cristo sulla croce, ascolta il nostro grido. Ma come fa, dato che noi non stiamo gridando? Noi abbiamo smesso di gridare. La Bibbia intera dà grande importanza al grido umano. Se il povero grida a me, io lo udrò; perché sono misericordioso, dice Dio nel libro dell’Esodo (22:27). E quante volte nei Salmi si legge: io grido, oppure: io ho gridato. L’essere umano grida nella Bibbia e Dio ascolta il suo grido. Ma come fare se noi abbiamo smesso di gridare? Come potrà Dio ascoltare il nostro grido se non gridiamo? Forse anche in questo si manifesta la nostra miseria e la nostra infelicità. Troppe corde ci stringono e ci privano della forza di gridare.

Eppure, c’è un grido che Dio ascolta anche quando noi restiamo in silenzio. Perché anche quando restiamo zitti, la nostra anima grida a Dio per essere liberata. Con il suo grido, Cristo sulla croce ha voluto gridare per tutta l’umanità. In Cristo, anche il nostro grido più silenzioso è ascoltato da Dio. Dio ci ascolta e ci aiuta a ritrovare la nostra voce.

C’è un passo in un Salmo che dice: 2 Come un muto sono stato in silenzio, ho taciuto senz'averne bene; anzi, il mio dolore s'è inasprito. 3 Il mio cuore ardeva dentro di me; mentre meditavo, un fuoco s'è acceso; allora la mia lingua ha parlato (39:2-3).

Torniamo a far parlare le nostre lingue, torniamo a gridare a Dio la nostra miseria, ma anche la nostra fedeltà, i nostri dolori, ma anche la nostra gioia di essere stati amati in Cristo.

 

Dio vede e Dio ascolta, ma Dio sa e conosce. Cosa sa Dio per mezzo dello Spirito Santo? Dio sa le nostre solitudini. I nostri disorientamenti. Conosce i nostri segreti dubbi. Le nostre incertezze. Dio per mezzo dello Spirito Santo opera ogni giorno per riallacciare il suo rapporto con noi, per abitare nel nostro cuore, per conquistarci a sé e liberarci dai tanti altri dèi che reclamano la nostra fedeltà. Dio Spirito, nel modo in cui lega il Padre con il Figlio sulla croce, così lega noi con il suo Figlio e con il Padre.

 

Ed eccoci di nuovo di fronte al dipinto di Masaccio. Al Padre che sorregge suo Figlio crocifisso e lo Spirito che congiunge il Padre al Figlio. Ecco il dipinto che racconta la nostra salvezza: non c’è altra miseria peggiore che quella di perdere il nostro legame con Dio. Tagliamo le molte corde che ci legano e sperimentiamo il sollievo della vera libertà di Dio. Ecco il dipinto che racconta l’amore di Dio che in Cristo ascolta anche il nostro grido silenzioso o soffocato. In Cristo non siamo più soli. E con il suo Spirito Dio viene ad abitare nelle nostre vite, nella nostra chiesa, nelle nostre case, per portare al centro delle nostre vite la sua salvifica e amorevole presenza. Amen

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